Pignoramento dello Stipendio: Cosa Cambia
Soluzioni al Pignoramento dello Stipendio
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Pignoramento: Dalle Criticità alle Soluzioni
Il pignoramento dello stipendio è una procedura legale che consente ai creditori di trattenere una parte dello stipendio di un debitore. Non esistono stipendi "impignorabili", ma i limiti variano: l'Agenzia delle Entrate-Riscossione può pignorare in base a scaglioni di reddito, mentre altri creditori possono trattenere fino a 1/5 dello stipendio netto. È anche possibile avere più pignoramenti contemporaneamente, se appartengono a categorie diverse, e il pignoramento può colpire anche il TFR o gli straordinari.
Esistono diverse soluzioni per affrontare il pignoramento, come il saldo e stralcio, in cui si paga una somma ridotta per chiudere il debito, o la conversione del pignoramento, che permette di rateizzare il pagamento in massimo 48 mesi. Se la situazione è particolarmente grave, la Legge 3/2012 (Sovraindebitamento) può offrire una soluzione, sospendendo le azioni esecutive e permettendo di cancellare totalmente o parzialmente i debiti.
Indice:
- Cosa è il Pignoramento dello Stipendio?
- Cosa succede se subisco un Pignoramento dello Stipendio?
- Quali sono le fasi del Pignoramento dello Stipendio?
- Esiste una soglia minima “impignorabile”?
- Quali sono i limiti del pignoramento?
- È possibile fare più di un pignoramento?
- È possibile pignorare uno stipendio con cessione del quinto?
- È possibile risolvere il pignoramento?
- Il saldo e stralcio
- Opposizione al pignoramento
- La conversione del pignoramento
- La legge 3 2012 (Sovraindebitamento)
- Conclusioni
Cosa è il Pignoramento dello Stipendio?
Il pignoramento dello stipendio fa parte dei “pignoramenti presso terzi” uno dei tre tipi di pignoramento che possono essere fatti ad un debitore.
Generalmente, il pignoramento dello stipendio, è una delle modalità più utilizzate assieme al pignoramento sul conto corrente (o postale), poiché permette al creditore di avere direttamente denaro e non beni mobili o immobili che necessitano di essere venduti attraverso un’asta giudiziaria.
Cosa succede se subisco un Pignoramento dello Stipendio?
Quando si subisce un pignoramento dello stipendio il creditore richiede al datore di lavoro di trattenere una parte dello stipendio del debitore fino al raggiungimento della somma indicata nell’atto.
Oltre al debito residuo, quando si riceve un pignoramento, questo potrebbe avere un importo maggiorato rispetto al debito iniziale. Il creditore potrebbe mettere a carico del debitore le spese di esecuzione, eventuali interessi maturati e in generale tutti i costi relativi alla mancata restituzione delle somme e di come queste sono state recuperate dal creditore. Quindi non è raro vedere pignoramenti di modesta entità, raggiungere importi significativi. Solitamente la somma precettata subisce un aumento della metà nell’atto di pignoramento.
Quali sono le fasi del Pignoramento dello Stipendio?
Il Pignoramento dello stipendio ha degli effetti quasi immediati sul debitore poiché, superata la prima fase di “atto di precetto”, in cui si da (generalmente) un termine di 10 giorni al debitore per pagare il proprio debito, si passa rapidamente alla seconda fase in cui si “iscrive a ruolo il pignoramento” cioè il creditore “fa causa” al debitore.
Da questo momento il debitore inizia a sentire gli effetti del pignoramento, anche se questo non è ancora effettivo, poiché lo stesso atto viene inviato al datore di lavoro che quindi deve provvedere all’accantonamento delle somme.
Con accantonamento delle somme si intende che il datore di lavoro inizia a sottrarre dallo stipendio del debitore una parte di denaro (come indicato sull’atto ricevuto), mettendole da parte in attesa del giudizio.
Quindi dal momento in cui il datore di lavoro riceve l’atto di pignoramento, al debitore viene detratta una parte dello stipendio in attesa del giudizio.
L’ultima fase è appunto quella del giudizio di assegnazione delle somme accantonate, le parti dinanzi ad un giudice attendono che questo si esprima in merito all'accantonamento effettuato nei mesi precedenti, e all’assegnazione delle somme future al creditore. In mancanza di opposizione all’esecuzione da parte del debitore, il pignoramento si perfezionerà, e diventerà definitivo fino al soddisfacimento totale delle somme richieste.
Esiste una soglia minima “impignorabile”?
NO, nel caso di pignoramento dello stipendio tutti gli stipendi, anche esigui, possono essere pignorati.
L’impignorabilità esiste solo nei casi di pensione di natura assistenziale o pensioni che hanno un importo inferiore all’assegno sociale aumentato della metà quota che ad oggi risulta essere circa 1000 euro.
Quali sono i limiti del pignoramento?
I limiti variano in base al creditore.
Se il creditore è l’agenzia delle Entrate-Riscossione si hanno degli scaglioni di pignoramento in base al reddito difatti fino a 2500 euro l’agenzia potrà pignorare 1/10 dello stipendio, tra i 2500 euro ed i 5000 euro 1/7 dello stipendio ed infine oltre i 5000 euro 1/5 dello stipendio.
Invece tutti gli altri creditori (es. Privati, Banche, Aziende, etc.) possono pignorare sempre nella misura di 1/5 dello stipendio al netto delle trattenute.
Ma oltre lo stipendio i creditori possono anche pignorare indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, il TFR, gli straordinari ed i rimborsi spese.
È possibile fare più di un pignoramento?
Si, è possibile fare più di un pignoramento sullo stesso stipendio ma questi devono essere di categorie diverse.
La legge divide in 3 categorie la natura dei crediti dei pignoramenti:
- debiti alimentari (es. assegno di mantenimento ex moglie o figli);
- debiti con il fisco;
- tutti gli altri debiti (es. banca, finanziaria, persone fisiche).
Quindi se vi sono due categorie diverse possiamo avere più pignoramenti contemporaneamente, se in invece sono della stessa categoria semplicemente i pignoramenti “andranno in coda”. Ad esempio se si hanno due pignoramenti da parte di finanziarie il secondo creditore attenderà che la prima finanziaria abbia recuperato tutte le somme per poi pignorare lo stesso quinto. Invece se si ha un pignoramento di una finanziaria ed uno dell’agenzia delle Entrate-Riscossione questi possono essere contestuali e quindi 2/5 dello stesso stipendio sarebbero pignorati allo stesso momento.
Se si avessero 3 creditori con natura del debito diverso potremmo avere 3 pignoramenti diversi dello stipendio. Questo potrebbe essere pignorato sino alla metà dello stipendio.
È possibile pignorare uno stipendio con cessione del quinto?
Si, è possibile pignorare uno stipendio che presenta un cessione del quinto, infatti il calcolo del quinto pignorabile viene effettuato sulla retribuzione al netto delle trattenute di legge (tasse) e non di eventuali cessioni volontarie (finanziamento, mutuo, rate)
È possibile risolvere il pignoramento?
Nella maggiorparte dei casi si, dipende principalmente dalla fase in cui si trova il pignoramento, se non vi è ancora stato giudizio o se si è in fase di precetto.
Ma non esiste solo l’opposizione al pignoramento, ci sono anche altre possibilità, tra cui:
- Il saldo e stralcio;
- La conversione del pignoramento;
- La legge 3 2012 (Sovraindebitamento).
Analizziamoli più nel dettaglio.
Il saldo e stralcio
Il saldo e stralcio è un accordo tra il debitore ed il creditore finalizzato alla risoluzione bonaria di una esposizione debitoria sviluppatasi nel tempo con la banca, finanziaria o un creditore che non sia l’Agenzia entrate-Riscossione. Con il saldo e stralcio il creditore concede al debitore uno stralcio sulle somme totali a fronte di un pagamento rateale o una tantum. Il Saldo e Stralcio è indicato nei casi in cui il debitore a fronte di “uno sconto” sulle somme dovute è disposto a pagare una parte del debito.
Opposizione al pignoramento
Il pignoramento può essere anche bloccato mediante un opposizione.
Esistono diverse forme di opposizione, che si distinguono in base alle ragioni fondamentali:
- Opposizione all'esecuzione;
- Opposizione agli atti esecutivi;
- Opposizione di terzi all'esecuzione.
Opposizione all'esecuzione
L'opposizione all'esecuzione implica la contestazione del diritto del creditore di intraprendere il pignoramento contro il debitore.
Le ragioni che sostengono questo tipo di opposizione sono basate sulla mancanza di titolo esecutivo, sull'impignorabilità dei beni pignorati e sulla mancanza di legittimazione passiva del soggetto esecutato.
Opposizione agli atti esecutivi
In questa forma di opposizione, il debitore non contesta la legittimità del pignoramento, ma piuttosto le modalità in cui la procedura è stata eseguita, lamentando la presenza di difetti formali (vizi di notifica del titolo o del precetto).
È importante sottolineare che, per questo tipo di opposizione, i termini sono molto brevi. Infatti, il debitore ha al massimo 20 giorni dal compimento dell'atto o dal momento in cui viene a conoscenza dello stesso.
Opposizione di terzo all'esecuzione
Non è un'opposizione del debitore, ma piuttosto di un terzo soggetto non coinvolto nell'esecuzione, ma che afferma di avere la proprietà o il diritto reale sui beni pignorati al debitore. Pertanto, il terzo reclama il diritto di proprietà sui beni pignorati, il quale si manifesta con un'opposizione all'esecuzione tramite ricorso, prima che il giudice disponga la vendita o l'assegnazione dei beni.
Essendo il terzo estraneo al rapporto tra il creditore e il debitore esecutato e non potendo impedire al creditore di esercitare la procedura di esecuzione forzata, può far valere i propri diritti chiedendo di escludere dal pignoramento un bene che ritiene non rientri nel patrimonio del debitore.
La conversione del pignoramento
La conversione del pagamento è una delle soluzioni possibili nel caso in cui il debitore riconosce il debito, non è possibile opporsi al pignoramento e il creditore non è disposto a concedere un saldo e stralcio.
In una situazione in cui si è certi di non avere alcuna possibilità di successo in caso di contenzioso e il creditore non è disposto ad accettare un accordo a “saldo e stralcio”.
La "conversione del pignoramento" si riferisce alla possibilità di convertire un pignoramento in una somma di denaro pari al valore del credito comprensivo di capitale, interessi e spese.
La conversione del pignoramento offre una soluzione agevolata a cui il debitore può accedere se l'istanza viene accettata. La soluzione agevolata a cui si fa riferimento è la possibilità di rateizzare la somma dovuta, entro un massimo di 48 mesi, con due principali vincoli: l'istanza può essere presentata una sola volta e bisogna versare in cancelleria una somma non inferiore all'1/6 dell'importo del credito.
La legge 3 2012 (Sovraindebitamento)
La Legge 3/2012, nota come Legge sul Sovraindebitamento, è stata introdotta per offrire un supporto concreto a chi si trova in una situazione di difficoltà economica grave. Questo strumento è rivolto ai soggetti incapaci di far fronte ai propri debiti e agli impegni finanziari, consentendo loro di risanare la propria posizione economica attraverso soluzioni specifiche e personalizzate.
Possono usufruire di questa misura:
- Persone fisiche (tutte, disoccupati, lavoratori, pensionati, etc.);
- Artigiani;
- Ex imprenditori;
- Aziende Agricole;
- Startup Innovative;
- Enti del terzo settore;
- Professionisti;
- Imprese non fallibili.
Nella procedura di sovraindebitamento possono rientrare quasi tutti i tipi di debiti, tranne i debiti di mantenimento ed i debiti di risarcimento extracontrattuale.
Ci sono diverse procedure disponibili:
- Ristrutturazione dei beni del consumatore
- Liquidazione controllata del sovraindebitato
- Concordato minore
- Esdebitazione del debitore incapiente
Il debitore può ottenere la possibilità di esdebitarsi parzialmente o completamente.
La procedura sospende le azioni esecutive e blocca le cessioni del quinto o i pignoramenti in corso.
Le procedure previste sono diverse e sono rivolte a soggetti differenti in base al caso. Alla procedura da sovraindebitamento si può accedere una sola volta nella vita, quindi è fondamentale affidarsi ad avvocati esperti in questa materia per raggiungere il risultato sperato.
Conclusioni
In conclusione, il pignoramento dello stipendio, sebbene una procedura legale comune, può essere affrontato con diverse soluzioni per evitare gravi ripercussioni sul debitore. Strumenti come il saldo e stralcio, la conversione del pignoramento e la Legge 3/2012 sul sovraindebitamento offrono alternative per risolvere la situazione debitoria. È possibile, infatti, rateizzare il debito o addirittura ottenere una cancellazione dell'importo dovuto. Tuttavia, è fondamentale agire con tempestività, avvalendosi di avvocati esperti evitando che il pignoramento diventi definitivo e comprometta ulteriormente la propria situazione finanziaria. Con una gestione adeguata, è possibile superare le difficoltà finanziarie e ripristinare la propria stabilità economica.
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